una modesta proposta
una modesta proposta
lunedì 14 gennaio 2013
comunismo nei Mari del Sud? La tentazione c’é, ma in realtà non é molto divertente; qualcosa di più impegnativo?
Certo, un movimento!
E per cosa? È ovvio, per l’ozio!
Se tiriamo le giuste conclusioni dalla teoria (v. l’articolo..ma dobbiamo anche rivalutare il povero genero di Carletto, Lafargue) il fatto centrale é che lo sviluppo delle forze produttive é arrivato ad un punto tale da non rendere più necessario lavorare.
Epperò tutti, in ogni angolo del mondo, capitalisti e finanzieri compresi, lavorano, indefessamente, continuamente, faticosamente, disperatamente anche.
È un diritto anche, scritto nella nostra Costituzione. Eredità dell‘800 in un corpo moderno.
E i soggetti del lavoro sono i più diversi, operai, tecnici, contadini, braccianti, impiegati, funzionari, dirigenti, commercianti, commessi, nei paesi dell’Occidente come dell’Oriente...uniti in larga parte da una comune condizione di forza-lavoro dominata dal capitale certo..ma un capitale spesso astratto, invisibile anche se ineluttabile, e che fanno assai fatica a riconoscere nei rapporti sociali un denominatore comune.. tantomeno nelle condizioni e rivendicazioni quotidiane.
Eppure lavorano, tutti, per vivere, per mantenere sé e famiglie: a che pro?
Per lo sviluppo del PIL? Che sarebbe meglio chiamare Prodotto Inutilizzabile-ma-ineluttabile Lordo. Per la produzione di una ‘ricchezza’ largamente superflua e largamente dannosa, che consuma il pianeta e lo altera, che toglie l’avvenire ai figli di tutto il mondo?
Questa quantità astratta ha ormai compiuto il suo ciclo, divorando anche il senso del proprio valore.
E’ il momento per tutti gli schiavi del lavoro di rompere questo dominio, di riappropriarsi del proprio tempo e della propria vita.
La ricchezza che serve é gia abbondantemente presente nei macchinari e nei campi, nel lavoro accumulato.
Solo pochi sacerdoti officianti, a Wall Street o a Londra o Hong Kong resistono ancora convinti del proprio ruolo, insieme ai loro valvassori e comitati d’affari.
Potenti ma pochi, facilmente rovesciabili dai loro scranni da un popolo convinto.
Tutti gli altri, schiavi di un capitale astratto ma di un lavoro concreto, hanno solo le loro catene da perdere.
E un mondo da guadagnare..se riescono a salvarlo in tempo.